Punto D/H: Dionigi, 'Bari? Mi sento tarantino, ma sono allenatore'

Il tecnico a Blunote: 'Il Taranto a Sarno ha solo da perdere...'

TARANTO
Alessio Petralla
18.09.2018 15:01

Davide Dionigi - Foto Francesco Donato

La prima giornata del Girone H della Serie D ha dispensato qualche sorpresa, come il pari tra Taranto e Bitonto (unico del primo turno) e il ko casalingo del Francavilla con il Nola. “Nel complesso - spiega Davide Dionigi a Blunote -, le squadre che hanno investito parecchio e che erano chiamare a vincere hanno rispettato il pronostico, come del resto Bari e Avellino negli altri gironi. Il Taranto è partito con un mezzo passo falso, frutto di episodi. Ho letto che Panarelli vede il bicchiere mezzo pieno e che resta solo il rammarico del risultato”.

IL TARANTO: “Ogni stagione, in D, viene allestita una squadra importante: è una categoria che gli ionici devono vincere. Tutti questi anni, purtroppo, hanno confermato che il blasone conta poco”.

SARNESE-TARANTO: “La condizione dei rossoblu non è ancora al top e domenica prossima affrontano una formazione giovane con cui hanno tutto da perdere. La trasferta di Sarno dev’essere affrontata come se si stesse giocando a Cerignola: non si possono commettere passi falsi. Non è proprio la gara ideale. Comunque, se il Taranto scende in campo con la giusta mentalità può portare a casa la vittoria. La Sarnese imposterà la partita sull’agonismo e sulla spensieratezza”.

LOTTA SALVEZZA: “Non si può parlare di salvezza dopo una sola partita. In D ci sono molti giovani e chi ha in rosa quelli più bravi raggiunge gli obiettivi. Gli over possono fare da contorno”.

MERCATO: “Ci sono ancora tanti calciatori svincolati tra cui Letizia, che ho allenato a Catanzaro e che è stato accostato al Taranto. In D è un fuoriclasse. Dire quello che è stato il vero è proprio colpo di mercato estivo è molto difficile”.

IL BARI: “So di alcune critiche nei miei confronti di qualche tifoso del Taranto. Mi lasciano il sorriso perché siamo uomini e facciamo gli allenatori. Secondo me, una persona si riconosce non solo per quello che è riuscito a dare in passato a livello di risultati ma anche da un punto di vista umano. Sarebbe stato peggio se a Taranto non avessi rispettato il popolo rossoblù: mi sento tarantino e la rivalità con i baresi, per loro, è normale. Però, faccio l’allenatore. Il rispetto nasce quando sei sul posto ad allenare. Ho la città dei Due Mari sempre nel cuore e un giorno vorrei tornare ad allenare”.

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