Storie di calcio: Ricordate O’Neill? ‘Adesso sono povero, ho bruciato tutto in cavalli e donne’

Interessante intervista di Gazzetta.it all’uruguaiano ex Cagliari e Juve che ora fa il barista in Uruguay

Calcio Varie
06.01.2020 21:35


“Ciao, Italia. Buongiorno Cagliari”. In Uruguay sono le 9.30. La voce di Fabian O’Neill rimbalza metallica. “Aspetta, mi sposto”. Il trequartista che per Zinedine Zidane era “uno dei più forti con cui ho giocato”, per Serse Cosmi e Giampiero Ventura “tra i grandi talenti mai visti e allenati in Italia”, sta per cominciare la sua giornata. “Lavoro al bar La Nueva Lata e in una fattoria. Sto bene, penso solo a non far mancare nulla alla mia famiglia. Il calcio e la serie A sono il periodo più bello della mia vita”. 

Il tono non è festoso ma onesto. La chiamata intercontinentale cade spesso. El Mago è un po’ il George Best del Sudamerica: talento smisurato, qualità tecniche da cineteca, vita e affari privati a sciupare il tutto. “Cavalli lenti e donne veloci mi hanno rovinato” ha raccontato in un’intervista al quotidiano El Pais. Si parla di quindici milioni di euro sfumati nel nulla. “In tante hanno provato a cambiarmi e ad aiutarmi. Non ci sono riuscite” ha detto a una radio argentina. “Un dispiacere? Quando i tifosi, come accade ovunque, passano dal trattarti come un santo a chiamarti ubriacone”, ha ripetuto spesso. Insomma, una storia dai tratti ruvidi. Che l’ex numero 10 non nasconde né ostenta. Classe '73, al Cagliari dal 1995 al 2000 con 120 presenze e 12 reti. Alla Juventus 19 gare, al Perugia 9 con un gol. Nel 2002 torna al Sant’Elia: sei mesi senza giocare. Ha chiuso al Nacional nel 2003. 

Fabian, partiamo dalla Juve. Com’è andata?

“C’erano grandissimi campioni, in quella squadra Zidane e Del Piero erano i giocatori più forti. Loro sono stati più bravi, io non sono riuscito a dare quel che avrei potuto. Ma non scorderò mai la società, i compagni e gli splendidi tifosi bianconeri”.

Quali sono, invece i ricordi di Cagliari e del Cagliari?

“Ho vissuto tante cose belle e momenti indimenticabili. Intanto, i compagni. Pepe Herrera mi ha girato il numero di Pierpaolo Bisoli, che gigante! Non scordo il presidente Massimo Cellino. E i tifosi, sempre caldi. Capivo che mi volevano bene, apprezzavano le mie giocate. Ho sentito affetto anche quando tutto è girato male”.

La squadra e la città. Qual è il flash?

“Le colazioni al bar Mediterraneo, le sfide a calcio balilla in un locale dalle parti di piazza Giovanni. Al Cagliari ho comprato la mia prima auto importante, una Porsche. Ricordo le battute di Trapattoni”. 

Oggi a Torino si gioca Juventus-Cagliari, qual è il pronostico?

“Per la Juve non sarà facile, anche se penso che vincerà lo scudetto. Ma il Cagliari sta facendo molto bene, l’organico è forte. Sarà una partita tosta”.

Conosce i due uruguaiani del Cagliari Nandez e Oliva?

“Sì, sono pronti per sfondare in Europa. Con la Juve non ci sarà Bentancur, squalificato. Dicono anche che mi somiglia. Magari è pure più forte”.

Cosa si augura per il suo futuro?

“Il bene dei miei figli Flavio (14 anni, gioca nelle giovanili del Montevideo, ndr), Marina e Martina. Non mi secca essere povero, se devo sognare penso che potrei fare il talent scout: un ragazzino che dribbla e stoppa bene un pallone lo saprei riconoscere”. (Intervista tratta da Gazzetta.it)

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