Serie C: I grandi magnati oltre a Silvio Berlusconi e Renzo Rosso

Vi proponiamo una interessante inchiesta di Lettera43.it che ha stilato una classifica degli 11 proprietari con più di 100 milioni di ricavi

Serie C
21.03.2019 13:25

Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, proprietari del Monza

Magnati di un calcio minore. La nostra terza serie non ha fatto registrare soltanto le acquisizioni del Monza e del Lanerossi Vicenza da parte di due giganti del capitalismo italiano come Silvio Berlusconi e Renzo Rosso, patron del marchio di abbigliamento Diesel. Sono diverse le società che prendono parte all’edizione 2018-19 del campionato di Serie C a vantare fatturati da big. Lettera43.it ha stilato una la classifica, partendo dal basso per poi salire, dei proprietari più facoltosi. Tenendo in considerazione solo quelli con oltre 100 milioni di euro di ricavi.

Massimiliano Santoriello, patron della Cavese

11. CAVESE (GIRONE C): 110 MILIONI GRAZIE ALL'HI-TECH

Il proprietario al 100% della squadra di Cava de' Tirreni è Massimiliano Santoriello che, nel 1994, ha messo in piedi il progetto Power Tech, inserendosi in un settore hi-tech nel suo momento di espansione. La società, la Power Tech srl, si occupa di distribuzione B2B di elettronica di consumo: telefonia, informatica, tivù, notebook, gaming, elettrodomestici, materiale di consumo. Al momento la Power Tech rifornisce più di 20 mila rivenditori al dettaglio e ha un fatturato annuo di circa 110 milioni di euro, in crescita, con 80 dipendenti a tempo indeterminato.

Franco Fedeli, presidente della Sambenedettese

10. SAMBENEDETTESE (GIRONE B): 152 MILIONI COI SUPERMERCATI

Franco Fedeli, presidente del club marchigiano, classe 1943, è un imprenditore di lunga data, con un’ampia esperienza nel mondo del calcio; dalla seconda metà degli Anni 90, infatti, ha guidato Ternana, Latina, Ancona e Rieti prima di rilevare la proprietà della Sambenedettese. Il suo business ruota intorno alla catena di supermercati Super Elite, che si ramifica tra Roma, il litorale laziale e l’Umbria, con i due negozi di Norcia e di Cascia, sua città natale, per un totale di 42 punti vendita. L’ultimo dato del 2014 parla di un utile di 350 mila euro, a fronte di un fatturato di 152 milioni, di cui 117 in forniture. Franco è azionista di maggioranza del pacchetto azionario della S.p.a. di famiglia con il 51%, mentre il restante 49% è in mano alla moglie.

Giuseppe Leonardi, numero uno della Sicula Leonzio

9. SICULA LEONZIO (GIRONE C): 173 MILIONI E AFFARI DAI RIFIUTI

Giuseppe Leonardi è quello che si può definire un giovane rampante. Nato nel 1990, non ancora trentenne, il rampollo catanese della famiglia Leonardi, che gestisce un giro d’affari di circa 173 milioni di euro, è a capo di due realtà imprenditoriali di livello: la Sicula Trasporti e la Sicula Leonzio. La Sicula Trasporti è proprietaria della grande discarica di Lentini che ogni giorno raccoglie circa 4 mila tonnellate di rifiuti prodotti in tutta la Sicilia. A Catania la raccolta dei rifiuti è curata dalla Ipi-Oikos; ma, poiché la differenziata raggiunge livelli marginali, se non trascurabili, la quasi totalità viene smaltita nella discarica di proprietà dei Leonardi. Il giovane Giuseppe ha puntato anche a diversificare gli investimenti, acquistando l’ex Aga Hoteloggi Plaza di Catania, oltre a un albergo ad Aci Trezza e una importante tabaccheria.

Massimo De Salvo, proprietario del Novara

8. NOVARA (GIRONE A): 250 MILIONI E TOP 5 NELLA SANITÀ PRIVATA

La Servisan è la holding della famiglia De Salvo che, oltre ad avere nel proprio portafogli una decina di strutture sanitarie (tra le quali spiccano la clinica San Gaudenzio di Novara, il Policlinico di Monza e lo Spitalul di Bucarest), detiene anche la proprietà nel Novara calcio. Con 2.500 dipendenti, la Servisan del presidente Michelangelo De Salvo è il quinto gruppo nazionale nel settore della sanità privata e raggiunge un fatturato di quasi 250 milioni. De Salvo è anche unico proprietario, con la sua famiglia, del centro sportivo di Novarello.

Floriano Noto, presidente del Catanzaro

7. CATANZARO (GIRONE C): 265 MILIONI E IL BUSINESS DEL GRUPPO AZ

La storia del Gruppo AZ, come recita il sito dell’azienda, guidato dalla famiglia Noto, è iniziata circa 40 anni fa. Nel 1979 nacque il primo supermercato AZ a Catanzaro, grazie all’intuito imprenditoriale del commendatore Leonetto Noto e dei suoi figli, Desiderio, Luigi e Floriano, attuale presidente della squadra di calcio del capoluogo; la società catanzarese ha espanso i propri punti vendita, costruendo anche centri di distribuzione, e il proprio marchio nel corso degli anni, fino ad arrivare a legarsi a tutti i grandi gruppi del settore, dall’Auchan, alla Sidis, fino ad arrivare, nel 2017, a costituire la Coop Alleanza insieme al gruppo Coop. Il gruppo AZ spa che fa capo al presidente del Catanzaro ha oggi un fatturato di quasi 265 milioni di euro.

Mauro Biasin col cugino Mauro Milanese

6. TRIESTINA (GIRONE B): 1 MILIARDO FROM AUSTRALIA

Il primo febbraio 2016 l’Unione Triestina 2012 Società sportiva dilettantistica, sorta dalle ceneri della gloriosa Unione Sportiva Triestina, è fallita; quando, il 12 aprile dello stesso anno, la società è stata acquistata all’asta giudiziaria, nessuno sapeva molto del nuovo proprietario del club, l’australiano Mauro Biasin, cugino del direttore generale Mauro Milanese (ex difensore dell’Inter). La Triestina è tornata a esistere grazie allo zio d’Australia, come l’ha definito la stampa locale, con il nome di Società sportiva dilettantistica Unione Sportiva Triestina Calcio 1918 a r.l., ottenendo dai tifosi la concessione d'uso dell’alabarda, lo storico stemma del club. Biasin è fondatore della Metricon Home Builders, una delle più importanti ditte di costruzioni australiane e una delle 500 maggiori imprese del Paese, con un fatturato pari a 1,58 miliardi di dollari australiani, che equivalgono a poco meno di 1 miliardo di euro, cresciuto di oltre il 10% nell’ultimo anno, grazie al boom dell’edilizia. Biasin e il suo gruppo sono anche azionisti di maggioranza del Melbourne Victory, club calcistico campione d’Australia in carica.

Giuseppe Pasini, patron del Feralpisalò

5. FERALPISALÒ (GIRONE B): 1,12 MILIARDI DAL SIDERURGICO

Sono 2,447 i milioni di tonnellate d’acciaio prodotte nel 2017, oltre a 2,089 i milioni di tonnellate di laminati e 979.137 tonnellate di produzione di lavorazioni a freddo e derivati: sono alcuni dei numeri impressionanti del Gruppo Feralpi, con sede a Lonato, in provincia di Brescia, tra i principali produttori siderurgici in Europa specializzato negli acciai per l'edilizia. Con circa 1.500 dipendenti e una componente estera del fatturato pari al 64%, la Feralpi ha un fatturato di 1,119 milioni di euro e possiede, tra gli altri asset, la squadra di calcio della Feralpisalò che rappresenta le due città di Salò e Lonato. Presidente del club è Giuseppe Pasini, numero uno del gruppo siderurgico bresciano.

Renzo Rosso, numero uno del LR Vicenza

4. VICENZA (GIRONE B): 1,5 MILIARDI GRAZIE AL SETTORE DELLA MODA

Eccoci a mister Diesel, il leader del fashion Renzo Rosso, che ha rilevato la proprietà del fallito Vicenza calcio il 18 giugno 2018, restituendo immediatamente al club la storica e gloriosa denominazione di Lanerossi Vicenza; il suo piano di cinque anni è ambizioso e prevede di far tornare la squadra veneta dove le compete: in Serie A. Renzo Rosso è il proprietario della holding OTB, Only The Brave, che raggruppa al suo interno importanti brand nel settore della moda come 55DSL, Maison Martin Margiela, Viktor & Rolf, oltre a Diesel; il fatturato del gruppo nel 2017 è stato di 1 miliardo e mezzo di euro e ha quadruplicato il suo risultato ante oneri finanziari (Ebit) fino a 21,5 milioni di euro, rispetto ai soli 5,1 milioni ottenuti l’anno precedente. Il progetto di Rosso prevede per il club anche la quotazione in Borsa, in un prossimo futuro. Intanto ha nominato Pablito Rossiambasciatore del Vicenza nel mondo. E ha inserito 11 nuovi soci della provincia in società.

Antonio Gozzi, patron dellEntella

3. VIRTUS ENTELLA (GIRONE A): 4,7 MILIARDI CON L'ENERGIA DI GOZZI

È stata definita un incrocio tra il Sassuolo, il Chievo e l’Athletic Bilbao; certo che la Virtus Entella di Chiavari, poco più di 27 mila abitanti in provincia di Genova, nel Tigullio, di miracoloso ha poco, pur essendo salita in pochi anni dall’Eccellenza alla Serie B. La proprietà del club, infatti, è in mano ad Antonio Gozzi, imprenditore, amministratore delegato della Duferco ed ex presidente di Federacciai; il club è sostenuto da circa 160 sponsor, 120 dei quali sono espressione del territorio, dai quali incassa circa 3 milioni di euro all’anno. Il gruppo Duferco, holding di Gozzi, è nato come azienda siderurgica, ma è stata in grado nel corso degli anni di diversificare in vari settori, dall’energia, alla logistica, all’ambiente; il fatturato è di circa 4,7 miliardi di euro, con il solo ramo energetico in grado di produrre ricavi per 1 miliardo.

Silvio Berlusconi e Adriano Galliani

2. MONZA (GIRONE B): 5,1 MILIARDI DI FININVEST

Nello stesso girone del Vicenza di Renzo Rosso c’è il Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani; l’ex sodalizio che ha portato il Milan a dominare il calcio mondiale per 30 anni ha rilevato il club brianzolo a fine settembre dello 2018: la Fininvest, società di famiglia dell’ex presidente del Consiglio, ha rilevato il 100% della Società Sportiva Monza 1912 S.p.a., con una valutazione di circa 3 milioni. Presidente del club è stato confermato Nicola Colombo (già in carica con la precedente proprietà) con Galliani nominato amministratore delegato. Il fatturato della holding Fininvest nel 2017 è stato di 5,1 miliardi di euro, con un utile netto di 687 milioni.

Andrea Agnelli

1. JUVENTUS UNDER 23 (GIRONE A): 14,3 MILIARDI CON LA EXOR

A fare, però, la parte del leone tra gli investitori della Serie C c’è la famiglia per eccellenza della storia del capitalismo italiano: daL 2018-2019, infatti, è iscritta al campionato la formazione Under 23 della Juventus, proprietà di casa Agnelli. La Exor, holding che controlla tutte le società di famiglia, dalla Ferrari a FiatChrysler, passando appunto per la Juventus, fattura 14,3 miliardi di euro l’anno: quasi il triplo di Fininvest.

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