Come il brutto anatroccolo: 6 gennaio all’Auditorium TaTÀ di Taranto

La fiaba considerata dallo scrittore danese Andersen la sua autobiografia per ‘favole&TAmburi’

Foto Paola Ascari
Cultura, musica e spettacolo
04.01.2023 10:33

Quel figlio diverso. E le regole del branco. Per il cartellone “favole&TAmburi”, rassegna di teatro ragazzi, venerdì 6 gennaio, ore 18 all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena"Come il brutto anatroccolo", da H.C. Andersen, testo e regia Sandra Novellino e Delia De Marco, con Delia De Marco, Cinzia Greco, Giuseppe Marzio e Andrea Santoro, scenotecnica e luci Michelangelo Campanale, costumi Maria Pascale, musiche originali Mirko Lodedo, cura del movimento Valentina Elia, consulenza artistica Giovanni Guarino, aiuto regia Antonella Ruggiero, assistente di produzione Jlenia Mancino, tecnico luci Walter Mirabile, produzione Crest. Durata 50’. Biglietto 7 euro, ridotto 6 euro (promozione attiva per uno stesso nucleo familiare con almeno quattro componenti). Info e prenotazioni ai numeri 099.4725780 e 366.3473430 (anche whatsapp).

«Che cosa importa essere nati in un pollaio di anatre, quando si è usciti da un uovo di cigno?». Così scrive Hans Christian Andersen (o H.C. Andersen, come si è chiamato per tutta la vita) nel bel mezzo della fiaba che lui stesso considerava la sua autobiografia. Pubblicata nel 1843 e inserita l’anno successivo nella raccolta “Nuove avventure” (titolo originale “Nye Eventyr"), “Il brutto anatroccolo” è un'opera d’arte sublime originata dalla geniale penna di questo scrittore danese nato a Odense, città sull'isola di Fionia, che, nonostante un’infanzia piena di dolore e disperazione, ha conservato per tutta la vita la sua fede nella bellezza dell’esistenza. Il vero anatroccolo è Andersen stesso.

Di tutta la covata c’è solo un uovo che non si schiude, allarmando mamma anatra. Quando l’uovo finalmente si rompe e il piccolo ruzzola fuori, si scopre che è molto “molto grande e brutto”, diverso da tutti gli altri suoi fratelli. Ma il ripudiato “brutto” accetta il suo destino, senza nascondersi e lascia le ali protettrici di mamma anatra per un viaggio alla conoscenza del mondo e dei suoi abitanti. Non si arrenderà mai alle regole e alla superbia altrui. Perché un cuore buono non diventa mai superbo. Ogni volta riprenderà il viaggio imparando a riconoscere ciò che appartiene alla sua natura, come l’acqua e il volo. Si scoprirà cigno, il più bello di tutti, e, per la prima volta, non avrà paura ma pudore. Proprio come un bambino quando si scopre ragazzo. (Comunicato stampa)

Serie C: Viterbese, il quarto colpo di mercato arriva dal Palermo
Pelé, storia e caduta del re del pallone