Luigi Panarelli a Blunote: 'Amo Taranto, ma sarà una gara come le altre'

TARANTO
Alessio Petralla
18.06.2017 14:49

E’ stato il condottiero della grandissima impresa dell’Altamura, il tarantino doc, Luigi Panarelli, che dopo circa vent’anni è riuscito a riportare i biancorossi in serie D e che commenta così, a Blunote, la cavalcata trionfale dei baresi: “Questa promozione mi ha regalato una felicità immensa: ancor’oggi non me ne rendo conto. Vincere nel calcio è sempre difficile perché questo sport è uguale in tutte le categorie: i valori possono cambiare, ma ripeto è sempre difficile… Ci vogliono tutte le componenti. L’Altamura era partita con i favori dei pronostici, ma prima che arrivassi io le aspettative non erano state rispettate. Per quattro mesi e mezzo, da quando mi ha richiamato il presidente onorario Vincenzo Di Palo, persona con cui esiste una stima e affetto reciproco, ho allenato un gruppo di ragazzi che mi hanno seguito dando tutto, nonostante lo scetticismo iniziale. Abbiamo cambiato modulo giocando con il 4-2-3-1, lavorando sulle regole, che tutti hanno rispettato, sulla tattica e sulla tecnica”.

LA CAVALCATA: “Vincere i play off, in Eccellenza è, davvero, dura: sono lunghissimi tanto che abbiamo concluso la stagione l’11 giugno con il San Giorgio a Cremano. Nella lunga cavalcata, in cui abbiamo eliminato il Casarano, il Bitonto, l’Acireale e appunto i campani in finale, siamo riusciti a realizzare ben otto gol incassandone soltanto tre. I nostri tifosi sono stati encomiabili: in trasferta erano tantissimi e in casa non c’era neanche un buco libero sugli spalti”.

IL GIRONE H: “Questo raggruppamento è una C2 visto che si affronteranno compagini come Taranto e Nocerina: si giocherà in stadi veri e con squadre dal gran blasone e storia. Lo facciamo da matricola”.

GLI OBIETTIVI: “Dobbiamo fare un campionato dignitoso restando umili e con i piedi per terra. Non solo nel calcio servono queste prerogative. Poi, l’appetito verrà mangiando. I valori di questo campionato sono diversi anche per via degli under che rappresentano l’emblema di una formazione: sia grandi che piccoli sono importantissimi. Non sempre si vince con i nomi ma con le regole e la tattica”.

TARANTO-ALTAMURA: “Preparerò e vivrò la gara alla stessa maniera: come tutte le altre. Sono tarantino, la mia famiglia vive nella città dei Due Mari, li ci sono nato, ho tanti amici e sono un grande tifoso solo del Taranto, però questo è lavoro. Serve professionalità e chi mi da la possibilità di allenare va ripagato dando sempre il massimo”.

IL TARANTO: “Nel calcio, come nella vita, serve organizzazione e programmazione: ce lo insegnano squadre come Sassuolo e Benevento. Se si è arrivati a questa conclusione qualcosa non è andato. Le responsabilità vanno ripartite in tutte le componenti. Da tarantino e da tifoso mi auguro che quei colori, così blasonati, possano tornare in realtà che gli spettano”.

Nella foto Carlo & Rita Fotografi, Luigi Panarelli

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