Ex Ilva: Antonio Surgo, ‘Attuale gestione sperpera denaro pubblico’

CRONACA
02.12.2021 08:36

“Sperpero di denaro pubblico. Questo sta contraddistinguendo l'attuale gestione dello stabilimento ex Ilva di Taranto”. Lo ribadisce Antonio Surgo, responsabile delle relazioni industriali per Brindisi, Taranto e Lecce del Movimento socialista europeo, sulla scorta, peraltro, di una recente interrogazione parlamentare al ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti da parte del deputato toscano di Italia Viva Cosimo Maria Ferri. In particolare, il documento, che ripercorre la storia di Sanac, vuole arrivare a fare luce "sul perché si siano fermati e bloccati gli ordinativi di materiale da parte di Acciaierie Italia a Sanac. Sono preoccupanti le notizie sul fatto che un’azienda, della quale è socia Invitalia (quindi lo Stato), si stia rivolgendo a un mercato estero". Acciaierie d’Italia da giugno sta ordinando materiale refrattario a competitor stranieri quali la giapponese Krosaki e a Seven Refractory. Insomma, una improvvisa predilezione per l’estero. E, vale la pena sottolinearlo, a prezzi decisamente molto più alti. Perché il ministro dello sviluppo economico non provvede subito e avvia una operazione di controllo sui costi di gestione verificando, ad esempio, perché le ditte dell'appalto che vantano crediti ingenti se riescono ad ottenere l'emissione di decreti ingiuntivi vengono messi in black list o contrassegnati con la lettera "k" che significa che non saranno più chiamate a lavorare per l'azienda? E ancora - chiede Surgo - perché l'ufficio acquisti non viene trasferito da Milano a Taranto dove Acciaierie d'Italia ha il suo sito produttivo più importante? La trasmissione Report ha mostrato una serie di video inediti raccolti da operai all’interno dello stabilimento e ha mostrato le attuali condizioni di lavoro dell'acciaieria più grande d'Europa dove si ferma Afo4 per diverse settimane ed aumentano le ore di cassa integrazione per i dipendenti. Il motivo? Il crogiolo per riparare l’altoforno costa milioni di euro. Ci sono i soldi per poter effettuare queste opere? Lo Stato - conclude la nota di Surgo - che è entrato nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia non può più stare a guardare. Perché il presidente del consiglio Mario Draghi e il ministro dello sviluppo economico Giorgetti non accelerano l'ingresso nella maggioranza del capitale sociale appropriandosi della gestione? L’acciaio, in questo delicato momento storico, vale oro ma il sito produttivo più importante d’Italia che peraltro annovera capitale pubblico paga i frutti di una gestione lacunosa sulla quale occorre intervenire. (CS)

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