La disfatta del Cesena apre l’estate rovente. Muro su Abete. Consiglio ai presidenti. Tutti all’Aniene…

20.06.2018 14:14

Il Cesena, quel Cesena che non c’è più. Le indiscrezioni sulle scarse possibilità di sopravvivenza dei romagnoli, trapelate nell’ultimo periodo, hanno trovato conferma. L’Ufficio delle Entrate ha bocciato il piano di risanamento presentato dal club bianconero. Il Cesena non è in grado di iscriversi al prossimo campionato di Serie B. Anni di tradizione sportiva cancellati con un colpo di spugna. Frutto di gestioni scellerate del passato. Tutti i tentativi di risanamento operati dalla gestione Lugaresi sono risultati vani. Meraviglia come non si sia pensato all’uovo di Colombo. Il fallimento “pilotato” dichiarato nel corso del campionato. Avrebbe abbattuto tanti oneri e, come accaduto in altre piazze (Vicenza ed Arezzo), l’apertura dell’esercizio provvisorio avrebbe permesso di aggirare tanti ostacoli. Favorendo anche una più che probabile continuità. Peccato. Il Cesena calcio potrebbe rappresentare l’apripista di una serie di defezioni paventate nella serie cadetta quanto in Lega Pro.

Il Foggia, difeso dall’avvocato Eduardo Chiacchio, andrà a giudizio sportivo venerdì 22 giugno. L’accusa è pesante. Sarebbe stato accertato il pagamento di emolumenti in nero ai propri tesserati con denaro frutto di operazioni non lecite. I rossoneri rischiano. Voci accreditate parlano di una possibile richiesta della Procura Federale per una penalizzazione di 15 punti. Se applicata nella corrente stagione sportiva i dauni verrebbero retrocessi in Serie C. Resta da verificare la tempistica delle procedure e quella norma che sostiene che la sanzione deve essere afflittiva.

Anche il Bari vive giornate di poca tranquillità. Nel breve periodo previsto per perfezionare l’iscrizione al campionato il presidente Giancaspro deve assolvere a una serie di adempimenti economici nell’ordine di milioni di euro. Un percorso tutto in salita. Ove il massimo esponente dei “galletti” non riuscisse a ricapitalizzare è concreto il rischio della messa in liquidazione con la nomina, da parte del Tribunale, di un commissario.

Rischia anche il Parma per il quale il procuratore federale Pecoraro ha chiesto il deferimento per tentativo di illecito. Due suoi calciatori, Calaiò e Ceravolo, hanno inviato dei messaggi a loro colleghi dello Spezia. Gli emiliani rischiano ora una penalizzazione in questa stagione. Potrebbe essere a rischio la promozione in Serie A. Il Palermo tornerebbe a sperare. A Napoli direbbero “nu’ burdell”.

Situazioni, quelle sopra esposte, che riaprono alle speranze di Entella, Ternana e probabilmente anche della Pro Vercelli (il Novara nelle stagioni passate è stato penalizzato). Sarà semplice riammissione o ripescaggio oneroso e in virtù di quale graduatoria? A Terni sostengono di essere nella posizione migliore per sostituire il già declassato Cesena. Bisognerà verificare. Inevitabile la costituzione di quei club come terzi interessati nella vicenda Foggia. Di certo, nella più classica delle “tradizioni” italiane, tutta la vicenda darà la stura a una serie infinita di polemiche. Fiumi di parole. Qualunque dovesse essere la conclusione finale!

Quanto sta accadendo in Serie B risulta da preludio alle incertezze che coinvolgono tante società di Serie C. La più singolare quella che vede protagoniste Vicenza e Bassano. Una situazione complicata che sfocerà in un caso politico. Renzo Rosso, che ha acquistato solo un ramo d’azienda sportiva del biancorossi, trasferisce nel capoluogo veneto il titolo del Bassano. Non si può fare ed è contro ogni regola. Un argomento delicato che intendo trattare più approfonditamente in un futuro prossimo. Dalle prime risultanze il Santarcangelo starebbe subendo, ingiustamente, un grave danno.

Le incertezze dicevamo. I presidenti di Trapani, Mestre, Juve Stabia, Reggiana e Pro Piacenza sono in “fuga”. Ci sarà il passaggio delle consegne, si iscriveranno? A Fano è saltata la trattativa per la cessione. Matera rimane sempre in bilico. Ad Arezzo si professa grande tranquillità, ma la situazione per l’attribuzione del titolo sportivo permane fluida (a Gavorrano sono sempre vigili e in attesa che la situazione venga chiarita). In altre piazze, problemi di natura economica (stipendi,contributi e ricapitalizzazioni) e di infrastrutture alimentano seri dubbi sul rilascio delle licenze nazionali. Quanti saranno in grado di superare quelle “forche caudine”? Mancano circa dieci giorni per saperne di più. Di certo non mancheranno le sorprese. In negativo!

Complimenti al Cosenza. La B se la sono meritata. A Guarascio, Braglia, Trinchera. Alla squadra tutta. Congratulazioni a Kevin Marulla, (ero amico di suo padre volevo portarlo a Cagliari preferì Genova), per quella sua gioia pazza, irrefrenabile. Sfogata a fine gara sul prato. Lui il rossoblu del Cosenza lo tiene nel sangue. Era, comprensibilmente, il più felice di tutti. Complimenti a quel pubblico stupendo che ha affollato gli spalti dello stadio pescarese. Un comportamento di una correttezza esemplare. Ne ho incontrato diversi gruppi in autostrada. Felici, ma contenuti e senza mai trascendere.

Complimenti  alla governance della Lega Pro per l’organizzazione dell’evento. Un grande successo, la quattro giorni pescarese. Perfetto il servizio d’ordine organizzato dalle autorità del territorio. Indovinata la scelta della location sulla costa adriatica. Un elogio va fatto alla formula di questi play off. Gravina, ciononostante, medita da tempo le dimissioni. Gli dobbiamo credere o vuole essere un test di gradimento presentato ai suoi presidenti? Il momento, con la tanta carne che c’è a cuocere, non sembrerebbe essere il più opportuno. Non sarebbe meglio arrivare alla convocazione dell’assemblea elettiva prima di assumere qualsiasi decisione in proiezione di altri ruoli istituzionali? A meno che il buon Gabriele non abbia già in programma, per evitare il commissariamento della Lega Pro, conseguente alle sue dimissioni ed alla decadenza di tutte le cariche, di convocare immediatamente una nuova assemblea per l’elezione del nuovo presidente e della nuova governance.

L’assemblea elettiva della Federcalcio. Punto cardine per arrivare a una governance efficiente. La riforma delle statuto. Anche quella dei campionati. La serie D distribuita tra la categoria di elite e quella dell’ interregionale. Era già una valida proposta/studio di Cosimo Sibilia e di Luigi Barbiero. Con una idonea formula riguardante i play off. E poi le norme sulle squadre B. Rivedute e corrette. Con particolare attenzione ai tempi di attuazione. Che siano adeguati. Per evitare anche in quel caso, come sta accadendo, dei “fantastici” flop. I club di serie A soltanto ora si sono accorti che sino al prossimo 5 di agosto non potranno essere informati di quali e quanti posti saranno disponibili. Tanto che hanno sottoscritto un documento nel quale chiedono di rinviare il tutto alla prossima stagione.

La notizia del giorno riguarda l’incompatibilità di Giancarlo Abete alla presidenza federale. Lo stabilisce la legge. Avrebbe già ricoperto quel ruolo in tre mandati (due e mezzo). La verità, in assoluto, è che Abete non è gradito a Giovanni Malagò. Il presidente del Coni, ove rimanesse quella candidatura, farebbe di tutto per rinviare all’infinito la convocazione dell’assemblea. Il cavillo legislativo potrebbe essere determinante per indirizzare la scelta del 73 per cento delle componenti su di un altra persona. Senza svilire l’integrità professionale e morale di Abete.

Termino con un “consiglio” provocatorio ai presidenti di tutte le componenti. Associatevi tutti al “Circolo Canottieri Aniene”. Sembra che tutte le “decisioni importanti” vengano assunte in quella sede. Sottoscrivete un documento in bianco e consegnatelo a Giovannino Malagò. Affidando a lui la scelta dell’ipotetico candidato.

Chissà. Potrebbe essere l’unico modo per risolvere i mali del calcio italiano?

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