Taranto: Settori produttivi alla prova del Covid, zoom su tessile abbigliamento

CRONACA
Iv.
29.06.2020 16:21


Nel territorio della provincia di Taranto si è nel tempo consolidato un sistema di aziende operanti nel settore della moda e dell’abbigliamento, nel quale sono presenti sia produttori che hanno investito nel brand e nella sua affermazione sui mercati internazionali, sia una significativa compagine di imprese che compongono l’intera filiera dell’abbigliamento, a costituire numeri ragguardevoli in termini di imprese regolarmente registrate e di addetti occupati. Il diffondersi dell’infezione da COVID-19 ha avuto un impatto enorme su tutti i settori economici, e dunque anche sul settore del tessile, dell’abbigliamento, della pelle e delle calzature, in cui le misure di quarantena, la prolungata chiusura dei negozi al dettaglio hanno di fatto azzerato la domanda di questi prodotti. Per questo settore, però, il secondo in Italia, alcune riflessioni sono doverose. In Puglia, in particolar modo, dove sono presenti delle mini filiere di produzione, dei distretti che si avviavano ad un vero e proprio lancio, in termini di affermazione dei brand, di conquista di quote di mercati esteri, lo stop causato dalla pandemia rischia, senza il sollecito avvio delle necessarie misure di sostegno, di avere degli effetti devastanti. Alcune imprese, poche in verità data la difficoltà negli iter di certificazione, hanno intrapreso la strada della riconversione, producendo camici e mascherine, rivestendo di fatto anche un ruolo dall’importante significato sociale. Ora il settore si appresta, seppur con fatica, a ripartire. Questo momento così particolare della nostra storia ci insegna a utilizzare e potenziare strumenti nuovi. Le vendite online devono farci soffermare sulla importanza della digitalizzazione, e dunque sulla necessità che tale dinamica della domanda possa rapidamente essere integrata e valorizzata nelle strategie ed azioni delle imprese. Si tratta di accelerare i tempi ed anticipare una strada già da tempo segnata nell'evoluzione delle vendite delle imprese e nei comportamenti di acquisto dei consumatori. I dati ci dicono che molte persone che non avevano mai comprato abbigliamento o accessori online, per pigrizia culturale o tecnologica, lo hanno fatto. Questa è solo una, pur se obbligata, traiettoria di rilancio ed innovazione dell’agire imprenditoriale del settore. In questo breve dossier, accanto agli effetti negativi dell’epidemia ed alle criticità, congiunturali e strutturali, si proverà a focalizzare l’attenzione sulle ulteriori azioni da intraprendere per sostenere la ripresa.

L’indagine realizzata dal Centro Studi di Confindustria Moda fornisce una ‘fotografia’ al primo trimestre 2020 di quanto si è verificato nel settore Tessile-Abbigliamento con lo scoppio dell’emergenza sanitaria. Tale analisi consente una prima e più puntuale valutazione delle problematiche che le aziende si sono trovate ad affrontare e dei danni economici subiti. Con riferimento ai principali risultati dell’Indagine, allo scoppio dell’emergenza Covid-19, • il 95% circa delle aziende a campione ha previsto il ricorso agli ammortizzatori sociali, coinvolgendo nel 65% dei casioltre l’80% dei lavoratori; • il 42% delle aziende a campione ha accusato un calo del fatturato compreso tra «il -20% e il -50%»; il 28% haregistrato una flessione tra «il -10 e il -20%», mentre un residuale 7% «superiore al -50%». La flessione media delfatturato risulta pari al -25,4% • il 49% delle aziende a campione ha accusato un calo della raccolta ordini tra «il -20% e il -50%» rispetto almedesimo periodo dello scorso anno; il 29%, invece, ha registrato una flessione compresa tra «il -10 e il -20%». La perdita accertata nel solo 1° trimestre per ciò che concerne il fatturato del T&A e di 3,5 mld rispetto allo stesso periodo del 2019.,Sempre con riferimento al solo T&A, l’attuale scenario di incertezza internazionale ha condotto ad una previsione di calodell’export di circa il 20%, quotabile in 6 mld, che porterebbe ad una perdita complessiva di fatturato pari a circa di 7-9 mld.,Le dinamiche in Puglia e nel territorio provinciale, dalle interlocuzioni intercorse con le imprese associate, tendono a ricalcare sostanzialmente quelle nazionali e dunque si presentano con forti connotazioni di criticità e caduta dei livelli produttivi pre-Covid.

A seguito dell’emergenza Coronavirus le imprese hanno dovuto adattarsi ad una nuova organizzazione del lavoro affidandosi a metodi e tecnologie che sempre più si affermeranno nei contesti aziendali del settore. Dalle scelte di adattamento organizzativo imposte dalla quarantena, occorre pertanto operare nella direzione di una stabile integrazione di nuovi processi e modelli utilizzando la leva della formazione, oltre che della integrazione, meglio se rapida, delle nuove tecnologie. Tale adattamento del mondo produttivo, se adeguatamente sostenuto, è dunque un passaggio determinante per il recupero di competitività di attività economiche fondamentali per una regione come la Puglia, la cui economia deve poter restare incentrata su filiere manifatturiere modernamente protese verso i mercati internazionali. Pertanto, le imprese devono essere sostenute con interventi diretti al consolidamento delle nuove modalità di lavoro, all’avvio di percorsi innovativi che rendano i processi, le procedure e le risorse umane in grado di competere anche in ambiente virtuale. L’upgrade delle competenze e della strumentazione tecnologica consentirà alle imprese di sostenere il proprio business utilizzando lo smart Working ed il lavoro digitale anche per le aree aziendaliprima d’ora svolte in prossimità dei luoghi ove il business si svolge fisicamente. Si pensi, ad esempio, alla partecipazione a meeting in luoghi distanti in tempi ravvicinati o alle attività di internazionalizzazione, come fiere o relazioni commerciali. Tali problematiche si fanno ancora più stringenti per le imprese che operano sui mercati internazionali, alle prese con cali di commesse, difficoltà nel reperimento delle materie prime, disagi ed incertezze in ordine alla complessiva tenuta -produttiva, commerciale e promozionale – della operatività su estero. In considerazione di quella che ormai sembra essere una certezza, ossia l'annullamento - per il 2020 - delle principali fiere internazionali, sia in Italia sia all'estero, e quindi della impossibilità di dare attuazione a progetti legati alle missioni di incoming ed outgoing, bisogna ripensare alle misure, già esistenti, con le quali la Regione Puglia ha inteso supportare i processi di internazionalizzazione delle nostre aziende e dunque declinare in modo alternativo la spendibilità delle risorse finanziarie messe a disposizione. In questa direzione sono già state portate all’attenzione dellaRegione specifiche proposte di nuova destinazione delle risorse stanziate al Titolo IV Internazionalizzazione a progetti che prevedano la possibilità di potenziare le attività di internalizzazione delle imprese attraverso la digitalizzazione delle produzioni aziendali favorendo la transizione al mercato virtuale, auspicato da tempo, ma che oggi trova la chiave di volta del salto culturale dell’impresa.,Nei nuovi scenari di mercato prima delineati in cui sono destinati amutare i fattori chiave sia dell’azione imprenditoriale sia dei comportamenti di acquisto, occorrerebbe sostenere con appositi incentivi: • piattaforme di lancio prodotti ed e-commerce (BToB e BToC); • acquisizione di tecnologia volta ad aumentare la percezione visiva ed esperienziale dei prodotti per molti settori presenti sul territorio (Realtà aumentata, camerini virtuali, tour virtuali, il rendering delle immagini, le simulazioni virtuali, monitoraggi e misurazioni); • servizi di consulenza e formazione finalizzati all’acquisizione delle competenze utili allo svolgimento delle attività di internazionalizzazione (tecnologia, lingua inglese, marketing);  • campagne di marketing digitale.

Nell’attuale contesto di crisi post Covid ed a valle di una approfondita disamina degli elementi di criticità che gravano sulle imprese, con particolare riferimento al settore della moda edell’abbigliamento, è emersa, altresì, la problematica relativa all’incidenza del costo del lavoro determinata dall’attuale assetto normativo e fiscale. In ragione della necessità di agevolare e garantire una piena ripresa dei volumi produttivi da parte delle aziende nel contesto di unaeffettiva stabilità occupazionale, si rende, non solo auspicabile ma non più rinviabile l’adozione di adeguati strumenti legislativi e fiscali in grado di intervenire sulla leva fiscale riducendo il peso del c.d. cuneo a carico delle imprese. E’ stata portato pertanto all’attenzione dello stesso Ministro del Lavoro l’adozione di un pacchetto di misure fiscali per il settore manifatturiero, che preveda la sospensione dei contributi per l’anno in corso e la sensibile riduzione degli stessi per un ulteriore arco temporale a decorrere dal 2021, intervenendo drasticamente sui costi del lavoro. Tali misure potrebbero essere adottate a latere ed in misura complementare rispetto al già preannunciato rafforzamento del sistema degli ammortizzatori sociali attualmente disponibili.

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