Roma: Riciclaggio ed estorsioni, in manette anche un militare tarantino

Operazione della Squadra mobile della Capitale che ha portato in carcere sei persone. Uno è latitante

CRONACA
03.06.2020 19:34


L'ex parlamentare Sergio De Gregorio finisce nuovamente nei guai per un giro di estorsioni, riciclaggio e autoriciclaggio che ha per base alcuni locali del centro di Roma. Arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Roma e condotto in carcere insieme con altre 4 persone, De Gregorio sarebbe il perno di una serie di società di comodo, create apposta per nascondere un fiume di denaro che sarebbe passato anche attraverso i conti di un'azienda le cui disponibilità sono state bloccate. Il sequestro ammonta a 470 mila euro e riguarda in totale 5 società. Gli altri arrestati sono  Antonio Fracella (di Nardò), Vito Frascella (classe 1979 di Taranto), entrambi ex militari della Marina, la campana Giuseppina de Iudicibus, la commercialista Michela Morelli, di Rovereto, già pregiudicata per reati tributari, truffa e bancarotta fraudolenta. Ai domiciliari un altro pugliese, Vito Meliota. Per Michelina Vitucci, di Bari, è stato invece disposto l'obbligo di presententazione alla polizia giudiziaria. L'ottava misura cautelare degli arresti domiciliari riguarda il romano Corrado Di Stefano, da tempo residente all'estero e al momento irreperibile. Tra le vittime dell'estorsione i titolari di un bar in via Chiana e uno in via Flavia. I proventi sarebbero poi stati investiti nelle società, la Apron, la Italia Global Service, Pianeta Italia, Ittica italiana e Italia Comunicazione che gestisce il magazine online Pianeta Italia News. Le indagini sono partite dalla denuncia del titolare dei bar di via Chiana che ha raccontato di aver subito una richiesta indebita di denaro per 80 mila euro. I riscontri con intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’estorsione. Il gruppo avrebbe minacciato la vittima di far apporre i sigilli al locale. Nell'inchiesta è coinvolto anche Pietro Schena, considerato il braccio destro di De Gregorio. Sarebbe stato lui a inviare presso il bar come emissari i due militari della Marina.  La vicenda del bar di via Flavia ruota intorno alla cessione del locale con una clausola capestro per l'acquirente cui sono seguite minacce che hanno indotto la vittima a mollare. "Mi hanno minacciato - ha raccontato l'acquirente- mi hanno aspettato sotto casa, così ho deciso di mollare tutto e andare via". Disinvolto, spregiudicato, con una rete di relazioni estesa anche nel mondo dei servizi segreti, De Gregorio si ritrova di nuovo al centro di una vicenda giudiziaria disvelata dalle indagini della Dda di Roma. Conscio delle indagini avrebbe anche cercato e raccomandato ai presunti complici di far sparire ogni traccia. "Punto di riferimento indiscusso, lo stratega del gruppo, sempre pronto a 'sistemare' le cose", scrive di lui il gip di Roma, Antonella Minunni, nell'ordinanza di custodia cautelare richiesta dal procuratore Michele Prestipino, dall'aggiuto Ilaria Calò e dal pm Francesco Minisci. "E' lui che risolve le questioni sorte all'interno del gruppo - continua il giudice - e che suggerisce ogni volta le strategie difensive, è recidivo,avendo riportato, tra l'altro, condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d'ufficio. Ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale". Il gruppo, sempre attraverso le operazioni svolte dalla commercialista, progettava anche la realizzazione di un'azienda ittica in Portogallo. In passato per indagini analoghe in odore di camorra era finito in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

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