"Giustizia per Taranto": La marcia di una città verso la Libertà

CRONACA
Redazione
26.02.2017 01:17

Grande mobilitazione a Taranto, la marcia della “Giustizia per Taranto” è partita da piazza Marconi poco dopo le 9, tantissimi coloro che hanno voluto partecipare per far sentire la voce dei cittadini. Con una nota stampa gli organizzatori hanno voluto approfondire in modo, quanto più accessibile possibile, le ragioni che hanno portato a promuovere questa presa di posizione in favore del nostro territorio. Domande e risposte brevi, per meglio comprendere il delicato momento che Taranto e la sua provincia sono nuovamente costrette ad affrontare.

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Perché tornare in piazza a manifestare?

Il momento per Taranto è molto delicato, il processo in corso per l’inquinamento dell’Ilva è in una fase cruciale e serve che la città prenda posizione per evitare di essere calpestata ancora una volta.

Perché, cosa sta succedendo nel processo Ilva? 

La famiglia Riva è sotto processo per diversi reati, sia a Taranto che a Milano mentre l’Ilva è attualmente gestita dallo Stato. Le due procure, assieme a Governo e imputati, avevano trovato un accordo in base al quale far uscire dal processo le società collegate all’Ilva, in cambio di appena 1 miliardo e 300 milioni. Una giudice di Milano ha respinto l’accordo spiegando che quei soldi sono troppo pochi rispetto ai reati e ai danni procurati. Anche noi siamo contrari ad accordi al ribasso con Governo e imputati. Solo per Taranto la Procura, in un primo momento, disse che sarebbero serviti più di 8 miliardi di euro.

Se le Procure di Milano e Taranto, insieme ai Riva e al Governo (che attualmente gestisce l’Ilva) troveranno un nuovo accordo economico, a chi andranno quei soldi?

In un passaggio introdotto nell’ultima “Legge di Stabilità” il Governo ha previsto che i soldi frutto di accordo debbano essere destinati ai piani ambientali dell’Ilva.

Cosa sono i Piani Ambientali?

Sono le azioni previste in Ilva per diminuirne le emissioni nocive. Le aziende che stanno provando ad acquistare l’Ilva hanno la possibilità di concordare i piani ambientali con il Governo, col rischio che questi siano assai blandi rispetto all’emergenza ambientale in corso a Taranto. Alla popolazione non è ancora dato di conoscere i Piani presentati.

Cosa chiediamo con Giustizia per Taranto?

Che quei soldi costituiscano un anticipo per fermare la contaminazione di Taranto, a partire dalla messa in sicurezza della falda acquifera che, da sotto ai parchi minerali, trasporta gli inquinanti fino al mar Piccolo e ai pozzi di tutto il circondario, con rischio di contaminazione della catena alimentare. L’intervento rientrerebbe nei Piani ambientali e sarebbe perciò coerente con quanto previsto dal Governo, che però non vi sta provvedendo, né pare lo stia pretendendo dagli acquirenti. E’ un obbligo di legge, tant’è vero che già nel 2011 il Ministero dell’Ambiente intimò quest’operazione ai Riva, che allora gestivano lo stabilimento.

Quanti soldi servono per fermare la contaminazione delle acque che da sotto alla fabbrica arrivano al mare?

Tanti. L’osservanza di quest’obbligo non solo è necessaria per fermare la contaminazione di acqua e suolo, ma i suoi costi possono scoraggiare l’acquisto dell’Ilva. Non ottemperare significa consentire un lasciapassare ad inquinare ai compratori, sulla pelle dei tarantini.

Se l’Ilva viene salvata si manterranno i posti di lavoro?

Non è detto. Il rischio di esuberi c’è, sono stati già avviati alla cassa integrazione 5.000 lavoratori ed i nuovi acquirenti potrebbero ridurre ulteriormente gli occupati per ottimizzare produzione e profitti.

Come salvare allora l’occupazione?

Il Governo nel 2012 ha riconosciuto Taranto “area in situazione di crisi industriale complessa”. Con questa ammissione l’Italia ha il diritto di accedere ai Fondi Europei per la Globalizzazione (FEG). Questi soldi sono destinati proprio ad aiutare i lavoratori delle aziende sopra i 500 dipendenti in crisi. L’Italia però continua a non richiederli.

Cosa finanziano questi Fondi Europei?

Aiutano i lavoratori delle aziende in crisi a convertire la loro professionalità al fine di trovare nuovo impiego. Servono anche per accompagnare gli stessi dipendenti nella ricerca di nuova occupazione per due anni. Nel caso dei lavoratori Ilva e del suo indotto, si tratterebbe di farne delle maestranze specializzate nelle bonifiche. In questo modo sarebbero gli stessi operai e impiegati Ilva a poter svolgere le bonifiche di Taranto, ma non solo, perché questa specializzazione può essere molto utile per trovare nuova occupazione nell’ambito delle economie verdi, sempre più in espansione.

Vale la pena chiedere le bonifiche se le fonti inquinanti sono ancora attive?

Le bonifiche a fonti inquinanti attive sono solo palliative e non risolutive, ma l’avvio della procedura per la loro effettuazione dà l’importantissima possibilità di accertare ufficialmente la fonte del danno e pretendere il suo risarcimento secondo il principio europeo, recepito anche dall’Italia, del “chi inquina, paga”. Se non si avvia questo iter i colpevoli potrebbero restare impuniti rispetto ai danni causati al territorio e le bonifiche inattuate. I custodi giudiziari di Ilva hanno accertato che per le bonifiche sarebbero necessari 2.000 operai in più rispetto agli attuali e per diversi anni.

E’ vero che non c’è alternativa occupazionale all’Ilva?

No. Salvare l’Ilva non significa salvare i posti di lavoro, con i nuovi acquirenti potrebbero esserci molti esuberi. Ma soprattutto, il sistema di interessi scoperto dalla Magistratura attorno all’Ilva, ha ampiamente dimostrato che la classe politica e dirigente del territorio non ha alcun interesse ad investire nelle alternative, poiché tenere la città sotto ricatto è per loro molto più redditizio. E’ vero dunque il contrario: non ci sono alternative A CAUSA DELL’ILVA. Per questo dobbiamo far sentire la nostra voce, nessuno lo farà per noi!

Per tutto questo, con GIUSTIZIA PER TARANTO, chiediamo di partecipare alle scelte che riguardano la città e pretendiamo che si investa da subito nella RICONVERSIONE di TARANTO e non in quella delle fabbriche inquinanti!

Adesioni e sostegno giunte ad ora alla manifestazione:

Associazione Abfo onlus

Associazione Attiva Lizzano onlus

Associazione Delfini e Neonati onlus Taranto

Associazione e Comitato Salute e Vita Salerno

AIL Taranto

Angelo Consoli, direttore europeo ufficio di Jeremy Rifkin

Altamarea Taranto

Associazione A.R.I.ANNA Reumatici Italiani Anna onlus

Associazione Contro le barriere

Associazione EUTACA

Associazione Italiana Genitori AGE Taranto

Anna Ferruzzo – attrice

Associazione A Sud

Associazione AIDO Taranto

Associazione OHANA

Associazione Pulsano D’Amare

Asso-Consum nazionale

Asso-Consum Taranto

ACP Associazione Culturale Pediatri

Associazione Culturale Hermes Academy Onlus

Associazione Pane e Pc

Associazione di volontariato SOS- Salviamo Ora Statte

Comitato Territoriale Arcigay Taranto

Codacons di Taranto – Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori

Centro di Ascolto LGBTIQ di Taranto e Provincia

Luigi Pignatelli – poeta e attore

Bagnoli Libera

CETRI, Circolo Europeo Terza Rivoluzione Industriale nella persona del suo segretario, Leonida Bombace

Centro di Giustizia e Pace del Creato dei frati minori del Salento

Comitato-Art-32-Diritto alla salute Statte

Comitato “io amo gli asili nido comunali di Taranto”

Comitato Taranto L.i.d.e.r.

Comitato Verità per Taranto

Comitato “Vigiliamo per la Discarica” – Grottaglie

Comitato 5 dicembre – Trieste

Comitato pro aeroporto di Taranto – Grottaglie

Comitato Terre Joniche

Comitato Stop Veleni – Sicilia

CreativaMente Taranto

Citte citte inminz’a chiazz

Diodato – cantautore

Don Palmiro Prisutto e il gruppo di Augusta

Federazione Italiana Medici Pediatri

Fondo Antidiossina onlus

Francesco Riondino

Genitori tarantini

Giancarlo Costabile – Pedagogia della R-esistenza

Isde- Associazione Medici per l’ambiente Taranto

Isde- Associazione Medici per l’ambiente

Massafra

Legamjonici

LiberiAmo Taranto

Michele Riondino – attore

Movimento Non Perdono

Nando Popu – Sud Sound System

Nessuno Escluso Onlus

No Al Carbone Brindisi

Peacelink

Plasticaqquà Taranto

Pino Aprile, “Terroni”

Pro Loco Pulsano

Pro gentes aps

Punto di inizio onlus

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