Ance Taranto: ‘Split payment strumento iniquo, peserebbe su imprese’

CRONACA
Iv.
15.06.2020 15:28


Si scrive “split payment”, si legge morsa sulla possibilità di gestire la crisi con un po’ di liquidità nelle casse. Sono di questa opinione le imprese ANCE Confindustria che di fronte alla richiesta di proroga dello strumento che il Governo avrebbe avanzato a Bruxelles, levano gli scudi. Lo split payment o scissione dei pagamenti è una forma di liquidazione IVA che prevede che nei rapporti tra aziende o professionisti e la Pubblica Amministrazione sia quest'ultima a contribuire l'imposta relativa alla transazione. Con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica – spiega Paolo Campagna, presidente dell’ANCE di Taranto – questa necessità e lo spirito che aveva animato il legislatore sono, però, di fatto superati dai fatti. Ecco perchè è incomprensibile questa richiesta che non c’entra più nulla con la sacrosanta lotta all’evasione fiscale, ma è piuttosto l’ennesima prova di forza nei confronti delle piccole e medie imprese che sono l’ossatura del nostro sistema paese. Ed è proprio con questa posizione che l’ANCE arriva al tavolo di confronto fra le parti, nato per traghettare l’Italia fuori dalla crisi economica causata dal coronavirus, iniziati oggi nell’ambito degli Stati Generali voluti dal Governo Conte. A pensare che la norma che ogni anno drena 2,5 miliardi l’anno alle imprese era stata considerata assolutamente “temporanea” dalla stessa Bruxelles a cui oggi si fa ricorso per chiederne la proroga. Da una parte insomma si preparano misure che servono a dare boccate d’ossigeno al sistema produttivo e imprenditoriale già piagato dalla crisi e poi costretto ad un blocco forzato dall’emergenza Covid – dice Campagna – e dall’altro si sottrae all’impresa la possibilità di gestire i versamenti dell’IVA. La stessa che in caso di rimborso lo Stato italiano eroga soltanto dopo 63 settimane contro una media europea di 16. Per le imprese che stanno affrontando con coraggio questa durissima crisi rappresenterebbe – dice infine il presidente di ANCE Taranto – una ulteriore mazzata, peraltro illegittima e ingiustificata. Chiediamo, pertanto, che l’Europa neghi la proroga di questo strumento iniquo che peserebbe ancora una volta sulle spalle delle imprese. Le stesse che – conclude Campagna – proprio oggi sono chiamate a dare una mano per rimettere in piedi il paese, confermare investimenti e occupazione. (ANCE TARANTO – Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto)

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