Taranto: Vertenza HIAB, Simon (Nidil Cgil) ‘41 lavoratori in bilico’

CRONACA
Iv.
22.10.2020 17:49


A novembre del 2018 l’acquisizione della società Effer Spa da parte del gruppo Hiab veniva commentata sui siti ufficiali dei gruppi industriali specializzati nella realizzazione di gru caricatrici e marine con un incisivo “Stronger, Togheter”. Un “Più forti, insieme” che probabilmente non considerava i lavoratori un asset fondamentale di questo passaggio. Non a caso a poco più di un anno di distanza da quell’acquisizione da parte di Hiab nel sito di Taranto registriamo il primo collasso occupazionale con ben 41 lavoratori in somministrazione destinati al licenziamento a partire dal prossimo febbraio 2021. 
La denuncia arriva dal NIDIL CGIL e dal segretario provinciale, Daniele Simon, che nei giorni scorsi ha incontrato l’agenzia di somministrazione e in un’assemblea i rappresentanti dei 41 lavoratori in bilico. In tutte le occasioni le informazioni non sono state rincuoranti – dice Simon – perché mentre l’azienda annuncia la volontà di chiudere il contratto di lavoratori che in somministrazione svolgono attività per quella impresa da un minimo di 4 anni a un massimo di 9, dall’altro predispone un piano di delocalizzazione che trasferirebbe le lavorazioni un tempo realizzate dal sito di Taranto, in Polonia. Le gru medio-piccole che dunque prima si producevano nello stabilimento tarantino ora potrebbero lasciare il paese e per 41 lavoratori locali si potrebbe aprire un fronte di grande incertezza. Questa condizione ha già prodotto uno stato di agitazione consumatosi lo scorso 20 ottobre, ma ancora nessuna risposta da parte del Gruppo HIAB. C’è una emergenza da tamponare nell’immediatezza con tutti gli strumenti possibili – conclude Daniele Simon – per tale ragione non si comprende neanche l’atteggiamento della multinazionale che per i diretti ha già annunciato l’apertura di una procedura per Cassa integrazione Covid, mentre lascia i somministrati senza neanche la speranza di un ammortizzatore sociale come ad esempio potrebbe essere la TIS (trattamento di integrazione salariale – ndr). Senza parlare di una fetta di professionalità che andrebbero perse per sempre mentre molta Taranto continua a parlare anche a sproposito di diversificazione produttiva.

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