Teatro: Le farfalle di Terezin, lunedì 27 gennaio al TaTÀ di Taranto

Una serata d’ascolto e di incontro con narrazione di Giovanni Guarino. Per non dimenticare

Cultura, musica e spettacolo
Iv.
23.01.2020 09:19


«Ma qui non ho visto nessuna farfalla. Quella dell'altra volta fu l'ultima: le farfalle non vivono nel ghetto». In occasione della “Giornata della memoria”, lunedì 27 gennaio, alle ore 18 nel foyer del TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, Crest e Soroptimist Club promuovono la narrazione “Le farfalle di Terezin” di e con Giovanni Guarino, liberamente tratta dal libro “La repubblica delle farfalle” di Matteo Corradini. Una serata d’ascolto e di incontro per non dimenticare. Ingresso libero. Info a 099.4725780. La cittadina fortificata di Terezin (in tedesco, Theresienstadt), situata a sessanta chilometri da Praga e sede di caserme e prigioni nella prima guerra mondiale, dalla fine del 1941 fu trasformata dai nazisti in ghetto e campo di transito per gli ebrei di quella zona dell’allora Cecoslovacchia annessa al Reich. Nel campo di Theresienstadt confluirono in seguito gli ebrei tedeschi, in particolare gli anziani, gli austriaci, gli olandesi e i danesi. In un luogo dove abitavano settemila persone furono stipati più di cinquantamila ebrei. La vita nel ghetto era in parte gestita dal Consiglio ebraico, che su ordine dei nazisti aveva il compito drammatico di stilare le liste di coloro che sarebbero dovuti partire con i treni verso i campi di sterminio, in particolare verso Auschwitz. È in questo sfondo, nel ghetto di questa città isolata dal mondo, che un gruppo di ragazzi reagisce alle violenze, alla paura, ai soprusi, incontrandosi, tra il 18 dicembre 1942 e l’agosto 1944, ogni venerdì sera in gran segreto. Da questi incontri, nascerà un giornale, il Vedem (Avanguardia), realizzato con il contributo di tutti, anche dei più piccoli: disegni, poesie, rubriche, recensioni. Le riunioni di redazione diventano un momento prezioso per scambiarsi pensieri, timori e, soprattutto, per dar spazio ai sogni. Il Vedem, che produsse più di 800 pagine, molte delle quali sono ora conservate nel Memorial di Terezìn e nel museo Yad Vashem di Gerusalemme, sarà per i ragazzi di Terezín l’unico modo per resistere, lottare e testimoniare la voglia di vita nonostante la brutalità che circonda le loro esistenze. Grazie al loro sacrificio, le atrocità di Terezìn sono giunte fino a noi, per non dimenticare. La poesia all’inizio è di Pavel Friedman (1921-1944), uno dei ragazzi rinchiusi nel campo di Terezin, poi mandato ad Auschwitz dove ha trovato la morte. Le poesie e i disegni dei bambini internati dai nazisti nel ghetto di Terezin e quindi uccisi nei lager compaiono nel libro “Non ho mai visto un’altra farfalla”, pubblicato dall’Us Holocaust Memorial Museum.

Taranto: 5 giugno 1983, una delle partite più drammatiche
Il calcio in una foto