Taranto: Vertenza Tundo, dopo Consiglio di Stato CGIL chiede internalizzazione

Intanto, è di nuovo in servizio la lavoratrice sospesa a novembre scorso

CRONACA
13.04.2021 12:56

Tutto da rifare per il trasporto disabili a Taranto. Una sentenza del Consiglio di Stato della scorsa settimana ha accolto l’appello presentato da un altro raggruppamento di imprese che aveva sollevato dubbi sulla procedura per l’affidamento del servizio, che nel caso della ASL di Taranto era finito in appalto alla Tundo Spa: società che non poche preoccupazioni aveva destato da parte dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. L’appalto del valore di oltre 6milioni di euro dunque potrebbe essere ridiscusso e questa volta, dopo le eccezioni mosse dalla FILT e dalla Funzione Pubblica CGIL, sono proprio i sindacati a chiedere alla ASL di Taranto uno sforzo di buon senso e dignità. Lo avevamo detto in tempi non sospetti – spiegano Mimmo Sardelli e Francesco Zotti, rispettivamente della FP e della FILT CGIL di Taranto – quel servizio per la sua connotazione di pubblica utilità e al cospetto di categorie fragili, che ogni giorno devono raggiungere centri diurni per la terapia fisica e psichica, va reso un asset principale degli interventi dell’Azienda Sanitaria Locale. Così principale da essere internalizzato. Così mentre si profila una riapertura del procedimento di gara per il servizio, i sindacati rilanciano. Nella sentenza del Consiglio di Stato, si prendono in considerazione i “mancati requisiti” della ditta aggiudicatrice e tra questi quelli di “moralità professionale”. Noi a quella moralità e a quello specchio etico facemmo riferimento anche nei sit in di protesta messi in atto con i 47 lavoratori dell’azienza (addetti al trasporto e assistenti) – dicono ancora Zotti e Sardelli – ma ottenemmo in cambio solo un’altra dilazione dei tempi per la mancata corresponsione degli stipendi, e la sospensione di una giovane donna lavoratrice che aveva “osato” chiedere forniture più assidue dei dispositivi di protezione individuale. Crediamo – continuano – che quei lavoratori e quella categoria di assistiti abbia bisogno di tutte le garanzie che può dare il pubblico e per questo chiediamo all’ASL di Taranto di fermare i giochi e restituire dignità e giustizia a chi lavora e a chi ha diritto a livelli di cura adeguati e costanti. Nel frattempo la lotta sindacale porta i primi importanti risultati. Da ieri, lunedì 12 aprile, Silvia Franco, sospesa da novembre dalla ditta Tundo Spa, è tornata a lavoro. Quell’allontanamento era illegittimo e puntava soprattutto a colpire una donna provando a minare dal di dentro il fronte dei lavoratori – afferma Sardelli – ora il Consiglio di Stato e il rientro di Silvia tra i suoi assistiti sono segnali importanti che speriamo siano solo l’inizio del segnale determinante che dovrà invece giungere dall’ASL ionica. (Comunicato stampa)

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